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Con la morte della Regina Elisabetta II finisce un’era, che l’ha vista governare dal 1952 al 2022, a cavallo tra due secoli. La sovrana è morta a 96 anni giovedì 8 settembre nel Castello di Balmoral in Scozia dove si trovava da due mesi per il periodo estivo, la famiglia reale si è riversata al suo capezzale. Alle 19.32 ora italiana il comunicato ufficiale con cui Buckingham Palace ha dato la notizia che tutti si aspettavano ma per cui molti non erano ancora pronti. London Bridge is down, è subito scattato il protocollo per accompagnare le tappe di un addio lungo dieci giorni che si chiuderà con le esequie solenni della Regina nell’abbazia di Westminster, mentre in tutto il Commonwealth le bandiere sono state issate a mezz’asta.

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Settant’anni di regno, un personaggio che ha vissuto e fatto la storia, tanti gli avvenimenti accaduti durante la sua monarchia. Dalla crisi di Suez al conflitto delle isole Falckland, dalla Guerra Fredda alla caduta del Muro di Berlino, dalla lotta al terrorismo alla Brexit sino alla pandemia, attraversando 16 premier inglesi, da Winston Churchill alla neo-premier Liz Truss, incontrata nella sua ultima apparizione pubblica due giorni prima della sua morte, 7 papi e 14 presidenti Usa. Un’icona pop universale, ultimo vero simbolo globale che ha incarnato con la sua immagine e la sua dedizione totale al Regno lo spirito dei suoi sudditi, portando i valori della tradizione britannica nella modernità. Il momento più basso di popolarità la scomparsa della principessa Lady Diana, Elisabetta II lascia un Regno Unito più piccolo dove la guida è ancora a sinistra e il suo volto raffigurato sulla Sterlina. Da God Save The Queen a God Save The King, cambierà anche l’inno per salutare l’ascesa al treno di Carlo III Re d’Inghilterra, il principe classe ’48 che ha aspettato maggiormente a lungo la corona fra i reali della storia.

Aneddoti e scandali che hanno interessato la famiglia reale, tra i segreti leggendari della sua longevità c’è stata anche una passione per il beverage, in un perfetto esempio in stile british di bere responsabile. Sino allo scorso anno si narra che la Regina fosse solita bere almeno quattro drink al giorno, concedendosi anche un calice di champagne prima di coricarsi a letto con il compianto Principe Filippo secondo la leggenda, prima che i medici glielo vietassero per arrivare in forma ai festeggiamenti del Giubileo di Platino per i suoi settant’anni di trono. Una grandissima appassionata di Martini Cocktail e di Gin, bevuto mescolato con il Dubonnet, un vino aromatizzato, ghiaccio abbondante e una fetta di limone. Non tutti sanno che Queen Elizabeth si era scoperta anche produttrice, visto che nel 2020 aveva dato il via alla produzione del Gin Buckingham Palace, distillato ufficiale della famiglia reale prodotto con botaniche aromatiche e raffinate come gelsi, alloro, biancospino, verbena per un Gin di fascia atissima, ingredienti colti direttamente in uno dei giardini della residenza londinese per autofinanziare l’uscita dalla crisi da pandemia. Un London Dry Gin servito per eventi a palazzo e cerimonie ufficiali da 42% di volume alcolico, alla versione classica si era aggiunta anche una nuova varietà con bacche di prugnole intere raccolte a mano.

Buckingham Palace Gin (foto Royal Collection Trust)

Non era la prima volta che per i reali inglesi alle prese con distillati e beverage, la tenuta di Balmoral dove è spirata la Regina è sede della Royal Lochnagar Distillery, una delle due uniche distillerie al mondo ad avere il Royal Warrant insieme alla Royal Brackla costruita nel castello di Cawdor, mentre il Principe, ora Re Carlo III, era attivo nella produzione di Gin biologico nella sua tenuta di Cornwall. Lillibet nel 2021 aveva avallato la vendita di una gamma di birre prodotta da piante coltivate nella sua tenuta di Sandringham nel Norfolk, vendute al negozio di souvenir di Sandringham a 5,50 sterline per una bottiglia da 500 ml, disponibili in due varietà: una bitter inglese tradizionale filtrata a freddo e una Golden IPA più forte descritta dal negozio di articoli da regalo come straordinariamente naturali. “Thank you Ma’am, for everything”, questo il tweet di addio dell’orsetto Paddington, protagonista di un indimenticabile tè con la regina Elisabetta II.

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