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Assobibe: gli ultimi emendamenti sulle Sugar e Plastic Tax non risolvono i problemi


Assobibe fa il punto sulle ultime modifiche relative alle Sugar & Plastic Tax, mettendo in rilievo che problemi non sono stati risolti ma solo posticipati; a rischio 5.000 posti di lavoro.

È tempo di chiarezza, rispetto e trasparenza, soprattutto con la votazione in corso. Plastic tax e Sugar tax ridotte dell’85%. Falso! La tassa sulla plastica è stata fissata a 50 c/kg e rimane una imposizione enorme su plastiche vendute a 80 c/kg, come il PET. La tassa su un unico prodotto alimentare, le bevande analcoliche, non ha subito alcuna riduzione né modifica: rimasti 10 c/litro di imposta su prodotti venduti anche a 40-50 c/litro dal produttore al dettagliante.

Le bevande analcoliche sono tutte tassate, non solo quelle “soverchiamente zuccherate”, e non sono previste fasce legate a quantità di zuccheri né tempi ragionevoli entro cui adeguarsi. È tassato solo l’1% di calorie assunte quotidianamente. Inoltre, le bioplastiche compostabili non possono essere usate dal settore, quindi l’esclusione è inutile; non sono state escluse le plastiche riciclabili.

“Gli 80.000 tra imprenditori e lavoratori del settore massacrato dalla devastante doppia tassazione del Governo Conte, Sugar e Plastic tax, chiedono un incontro urgente con la Presidenza del Consiglio per capire perché gli emendamenti annunciati confermano l’accanimento contro un singolo comparto” – afferma David Dabiankov direttore generale di ASSOBIBE. – “Di fatto, si rinvia solo di pochi mesi l’entrata in vigore di norme che comportano +60% il costo della plastica e +28% la pressione fiscale sulle bevande zuccherate”.

Il Premier, che finora si è rifiutato di incontrare l’industria delle bevande analcoliche, afferma di aver “indirizzato il sistema produttivo verso prodotti eco-compatibili e meno dannosi per la salute, dosando il loro impatto per dare il tempo alle imprese per adeguarsi”. Falso anche questo. Lo slittamento della Sugar tax non cambia una situazione insostenibile, che ha già determinato lo stop agli investimenti. Rimangono le incertezze e preoccupazioni di imprenditori, operai e impiegati del settore e dell’intera filiera, a partire da quella agrumicola italiana.

 

Fonte: www.assobibe.it
Ufficio stampa:
Elena Castellini

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