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Vent’anni di storia, nata da papà Roberto, nel solco dell’innovazione di un prodotto secolare eppure a tratti ancora tutto da scoprire. Oggi una nuova sfida combattuta in primis dalla figlia Giulia, forse la più ardua di sempre, per superare le barriere dei preconcetti, arrivare in un’orbita mai avvicinata prima e trovare un’alchimia (è il caso di dirlo) perfetta grazie anche all’aiuto di Ghilardi Selezioni. Castagner ha presentato la nuova grappa Casta all’Alchimia, a Milano, insieme all’esposizione della gamma Berto, della Distilleria Quaglia. Parte da qui la corsa alla mixology, dei prodotti di punta italiani come grappa e vermouth, che avrà un primo riscontro importante il 3 dicembre, con la prima bartending competition a base grappa.
ALLA CONQUISTA DELLA MIXOLOGY – La strada da percorrere è pionieristica ma lineare: introdurre definitivamente la grappa, un prodotto italiano per eccellenza, nel mondo sempre più vibrante della mixology. Una sfida intrigante, considerati gli oltre cinquecento anni di tradizione e cultura che rendono la grappa una realtà complessa non soltanto sul piano organolettico: un distillato dalle bucce d’uva, con un profilo aromatico mai banale, di conseguenza difficile da rendere trasversale e poco attraente per un consumo giovanile. “Casta è un progetto nato dal mio impegno personale” racconta Giulia, “una grappa lavorata con cinque passaggi in colonna e una tecnica assolutamente particolare: rimuoviamo il vinacciolo e il pedicello dell’uva prima della distillazione, in modo da ottenere un prodotto puro che conservi però le caratteristiche naturali dell’uva e la sua sapidità”. L’uva in sé è un frutto delicato ma non semplice, con duemila tra aromi fruttati, floreali o complessi, e Casta ricalca gli stessi profili.
IL PROGETTO – Dietro il progetto Casta si ritrovano tipicità e tratti distintivi importanti: 85 percento di uve Glera con una selezione accurata degli aromi la fanno assomigliare “forse più a un pisco. La separazione del vinacciolo ci permette di distillare esclusivamente la buccia, così da ottenere sapidità, persistenza e lunghezza, una soluzione molto pulita con una nota di uva definita e durevole”. Il vero obiettivo di Castagner è però a ben più ampio raggio: in una dimensione sempre più votata all’idealizzazione dell’estero, Casta si pone come traguardo quello di entrare a far parte delle bottigliere dei drink club italiani. Per questo Castagner ha deciso di coinvolgere 12 bartender italiani, “per capire se questo prodotto, più pulito del normale, potesse essere usato in miscelazione, e quali caratteristiche dovrebbe avere per poter essere compreso nell’offerta di un bar di livello”.
ITALIANITÀ – Due le parole chiave: italianità, rispettata nel nome e nel packaging, e un’identità forte. Casta è inteso come riferimento alla purezza del prodotto, oltre che come un elegante gioco di parole con il nome della famiglia. “L’abbiamo vestita con un colore che non fosse ancora presente nella gamma”, ma la vera innovazione è di stampo esterno alla produzione. “Ci siamo affidati a un distributore specializzato nel mondo della miscelazione come Ghilardi Selezioni, con il chiaro obiettivo di conquistare spazio nelle carte cocktail e diventare una base italiana nella proposta del bere del nostro paese. In fondo siamo un’eccellenza italiana”. Un prodotto fino a oggi poco considerato in mixology, che richiama dunque l’impegno di una famiglia storica per renderlo tale, perfetto per le sue note morbide da abbinare ad amari, vermouth, bitter. Versatile perché godibile in versione assoluta o miscelata, specialmente in soluzioni sour, e proprio per questo resa ulteriormente unica grazie a una gradazione alcolica superiore rispetto a una grappa classica.
BERTO E DISTILLERIA QUAGLIA – Orgoglio italiano, filo rosso all’Alchimia grazie alla presenza di Federico Ricatto della Distilleria Quaglia, che ha presentato le novità della gamma Berto, che spazia dal vermouth bianco al rosso al bitter, a quelle Quaglia con i caratteristici liquori aromatici (Camomilla, Ciliegia, Fernet, Pino Mugo, Violetta, Chinotto). Soprattutto, sono state descritte le peculiarità del giovanissimo disciplinare del vermouth, nato nel 2017 con la fondazione del Consorzio del Vermouth di Torino, al quale hanno aderito inizialmente 13 distillerie. “Si è deciso di porre dei paletti per circoscrivere il Vermouth di Torino e il Vermouth di Torino superiore. Per il primo è necessario avere sede in Piemonte o averla avuta per almeno 25 anni, utilizzare vini italiani e usare l’assenzio come elemento aromatico predominante (almeno 0.5 grammi di pianta essiccata per litro). Per il Vermouth di Torino superiore valgono le stesse regole, con l’aggiunta dell’utilizzo di vini piemontesi e almeno tre piante aromatiche piemontesi”.
COCKTAIL LIST – Il 3 dicembre si terrà inoltre la prima bartending competition a base grappa, organizzata da Fabio Bacchi a casa Castagner, in distilleria a Treviso. Il distillato base sarà Casta, e per non lasciare nulla a mezz’aria, Castagner si affida al meglio per una dimostrazione con Casta in mixology: Mirko Turconi, guru del Piano 35 di Torino, è stato infatti ospite presso L’Alchimia, per una cocktail list ad hoc coadiuvato dal resident Valerio Trentani. Casta è il prodotto principe in una rivisitazione del classico Negroni, un twist del Dirty Martini o addirittura un Tiki Cocktail, a testimonianza dell’estrema duttilità del prodotto. Di seguito le proposte:
Castaway
Casta infusa con ananas alla griglia
Orzata allo zenzero e liquore pimento
Amaro sibilla
Pompelmo Rosa
Latte di cocco
La Casta del Conte
Casta
Berto Vermouth
Barolo Chinato
Liquore al ramassin
Varnelli Moka
Sciroppo di Barbera
Berto Bitter
Dirty Casta
Casta
Rhum Agricole
Vermouth Dry
Acido citrico
Zucchero
Acqua di mare
Oliva fermentata allo Champagne
Avere Casta Bianca
Casta
Velvet Falernum
Camomilla Quaglia
Soda
Zafferano ellenico Krokos
Berto-rnato Conte
Berto Bitter
Vermouth rosso
Berto Gin
Sangiovese infuso con liquirizia e bergamotto
Spuma di nocciole tostate
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