Un piccolo angolo di paradiso nel cuore del Chianti Classico. Il Castello La Leccia è un’armonica combinazione tra opera umana e naturale che domina la Val d’Elsa dall’omonima località toscana de La Leccia, nel comune di Castellina in Chianti (in provincia di Siena) e quindi in una zona ricca di biodiversità con caratteristiche geomorfologiche eterogenee.
È importante sottolineare anche che l’azienda agricola Castello La Leccia segue ormai da tempo i criteri dell’agricoltura biologica e che 7 anni fa ha ottenuto l’apposita certificazione. Nei vigneti aziendali, dove si coltivano Sangiovese, Malvasia Nera e Syrah, l’utilizzo di rame e zolfo nella difesa fitosanitaria è di conseguenza ridotto al minimo, mentre il giusto apporto di sostanze organiche al terreno è assicurato in modo naturale: tra i filari crescono orzo, trifoglio e senape, e il compost è ricavato dalle vinacce e dai raspi. Detto più semplicemente: qui il vino è il frutto di un attento lavoro che cura ogni dettaglio e ogni sfumatura, e che non può e non deve essere mai standardizzato.
Ce l’ha raccontato Guido Orzalesi, manager dalla grande esperienza nel settore vinicolo a cui è stato affidato proprio l’incarico della gestione e del rilancio della struttura di accoglienza e dell’azienda agricola di Castello La Leccia. “La viticoltura etica e sostenibile è uno strumento importante per la valorizzazione del territorio, che deve essere mantenuto e custodito in tutta la sua biodiversità. Il quotidiano, attento e rispettoso lavoro in vigna è una pratica che consente di abbracciare i ritmi della natura imparando a convivere con essa e a interpretarla nel migliore dei modi: l’autentica garanzia di qualità del vino che vi si produce”, sono state le sue più rappresentative parole a margine della degustazione tenutasi in questo mese di novembre al ristorante Cibrèo presso il suggestivo hotel Helvetia & Bristol Firenze.
Un viaggio, dal calice al piatto, che ci ha permesso di entrare nella nobile filosofia di produzione di Castello La Leccia e, più in concreto, conoscere le proposte di un’azienda che sa bene da dove viene e sa altrettanto bene dove vuole arrivare. Senza strafare o rivoluzionare nulla, ma sempre rispettando il Sangiovese per esaltarlo nel modo più semplice possibile.