Trovato l’accordo con Campari e Royal Unibrew per lo stabilimento produttivo di Crodo in un incontro tra i vertici delle due multinazionali delle bevande, le rappresentanze sindacali, Provincia, Comune di Crodo e Unione Alta Ossola.
Da quando si ha avuta notizia della vendita da parte di Campari dello stabilimento, delle acque e dei marchi (tranne il Crodino) alla società danese della Ceres mancava la conferma definitiva della tenuta occupazionale dei circa 100 dipendenti impiegati nello stabilimento della Valle Antigorio. Le garanzie erano state richieste in cambio del rilascio, da parte della Provincia, del passaggio di concessione delle acque minerali «Terme di Crodo» da Campari a Royal Unibrew. L’accordo ha permesso di concedere l’ok che porterà a chiudere prima di Natale la transazione di vendita. «Un lavoro serio e rispettoso delle aspettative di tutti ci ha permesso di avere maggiori certezze per i lavoratori» commenta il presidente della Provincia Stefano Costa.
Per tre anni il Crodino sarà prodotto ancora a Crodo. E’ stato deciso che ogni anno sarà convocato, entro il 30 novembre, un tavolo di lavoro tra tutti gli interessati. L’obiettivo è verificare l’effettivo avanzamento delle promesse contenute nel piano industriale di Royal Unibrew: aumentare la produzione fino ad arrivare a colmare la perdita che conseguirà al trasloco del Crodino. «Se la società danese non dovesse essere pronta, per evitare ripercussioni sui lavoratori, Campari ha promesso di rimodulare le tempistiche di trasferimento» spiega il sindaco di Crodo Ermanno Savoia. L’accordo prevede la cessione gratuita all’Unione Alta Ossola e al Comune dell’ex mensa, del colonnato all’ingresso Sud del Parco delle terme, del centro visite e del museo. Sulla difesa del Crodino «ci sarà tempo per pensare come fare, per tre anni abbiamo la certezza che rimarrà qui» dice Savoia.
+INFO: La Stampa