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Se si mettono insieme un designer madrileno e una cantina della Rioja Alta, il risultato può essere una rivoluzione. Si può arrivare perfino a sconvolgere i canoni classici del packaging del vino, non solo a livello grafico, ma anche a livello di materiali e di comunicazione.
È così che è nata in Spagna la collezione Cuatro Almas, quattro anime; anime viene dalla essenza del vino e quattro dalle varietà proposte dalla cantina. L’intera collezione ruota intorno a questo numero: quattro collezioni di quattro bottiglie ciascuno. Fuori da tutti i canoni classici, più vicine ad oggetti di design che di consumo, queste bottiglie in edizione limitata sono pensate per durare.
In termini di tempo, il processo creativo è durato circa tre mesi. Ci sono stati diversi requisiti che si volevano raggiungere per creare oggetti nel desiderio che, lungi dall’avere un singolo uso, potrebbero durare.
Non esiste più, in questa nuova visione, il concetto di etichetta. Le bottiglie sono avvolte da una banda di un materiale completamente estraneo (sughero, piuttosto che metallo), e hanno sul front un solo simbolo, comprensibile e riconducibile a un determinato mondo, a seconda della collezione d’appartenenza.
E la comunicazione? Tutto ruota intorno al QR code che ci permette di incorporare tutte le informazioni (compresi video e immagini che ricreano il processo di vinificazione, e inserendo il codice presente sul tappo di sughero, funziona come password per aprire i messaggi sul web da altri consumatori della stesse collezione).
Questo concetto ha avuto un successo tale, che già stanno nascendo nuove declinazioni.
L’ultima collezione propone un etichetta di lavagna, in modo che sia il consumatore a personalizzare la propria bottiglia.
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