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Deve essere una responsabilità non certo da ridere, la gestione della comunicazione di un’azienda fondata a metà del 1800. Export, eventi, media, fornitori e distributori. Elisa Belvedere Mazzetti si districa con eleganza tra le maglie dell’attività di famiglia, di cui lei è esponente della settima generazione: età e mentalità contribuiscono alla sua energia fresca, con cui propone il distillato italiano per eccellenza a un pubblico sempre più giovane, sensibilizzandolo alla sostenibilità. Un esempio perfetto per Beverfood in Rosa.

Donne di carattere che lavorano in un ambiente storicamente accostato agli uomini, quello del bere. Intenso l’impegno di Elisa nel divulgare la cultura del “Bere Responsabile” e nella promozione di un’immagine raffinata della grappa, come Distillato Italiano di Qualità e come ingrediente versatile nei suoi svariati usi, puntando al passaggio da “prodotto di trincea” a “distillato da salotto”. Da tempo è inoltre coinvolta nell’educazione del pubblico più giovane, e nel 170° anniversario della fondazione dell’attività distillatoria di famiglia (avvenuto nel 2016), è autrice con le sorelle del lancio della nuova Grappa 7.0, un concept di distillato che significa tradizione e innovazione, con un forte segnale di rispetto verso l’ambiente. Il suo contributo si sviluppa in modo particolare anche sui temi legati all’ecologia e alla sostenibilità ambientale dando impulso alla promozione delle scelte energetiche e di approvvigionamento di materiali in sintonia con l’ecosistema. Le stesse decisioni hanno visto contrassegnare l’azienda con il marchio “Verde Dentro”.

– Come ti sei avvicinata al settore del beverage?

Il mio rapporto con i distillati è “ereditario”. La mia famiglia distilla vinacce piemontesi dal 1846, anno in cui diede vita a Mazzetti d’Altavilla, ossia la Grapperia più antica del Nord-Ovest. Insieme alle mie sorelle, rappresento la settima generazione di questa storia familiare: un valore e allo stesso tempo uno stimolo importante che fin da sempre ci ha spinte a metterci in prima linea per dare continuità alla tradizione. Quasi due secoli di storia, l’azienda è nota come la Distilleria dei tre secoli, si traducono in un susseguirsi di evoluzioni e cambiamenti, dalla produzione al marketing, passando per i gusti dei consumatori. L’intero universo della distillazione, del beverage in generale, si è modificato e continua a farlo: non fa eccezione la figura della donna.

-Com’è cambiata la figura della donna nel settore, magari da quando hai iniziato o da informazioni che ti sono state raccontate?

Abbiamo sempre avuto un ruolo importante: un tempo appariva meno diretto, rimanevamo dietro le quinte. In famiglia si racconta spesso di mia bisnonna Emilia, praticamente infallibile nel riconoscere anche a distanza, pur non effettuando vere e proprie degustazioni, le note sensoriali della materia prima e del prodotto finito riuscendo anche a percepirne pregi ed eventuali criticità. Il prodotto grappa si è  nobilitato da un punto di vista qualitativo negli ultimi tempi: progressivo abbassamento del grado alcolico e maggior attenzione alla freschezza della materia prima, insieme a una crescente ricercatezza nel packaging. Tutti dettagli a cui ha contribuito certamente l’ingresso femminile a tutti gli effetti della distillazione. Questo ha portato ad un coinvolgimento femminile nella produzione ma anche nel consumo, assicurando anche una “responsabilità” nell’utilizzo e un’attenzione particolare verso profumi e aromi, di fatto il lato elegante della grappa.

-Come pensi si evolverà ruolo della donna nel futuro dell’industria del beverage?

Oggi sono molto fiera dei risultati ottenuti dalle donne in questo ambito. Assistiamo ogni giorno più ad una sostanziale “equità” di coinvolgimento, sia dal punto di vista lavorativo, che da parte del pubblico di consumatrici, nient’affatto minoritarie rispetto alla componente maschile. L’abbattimento culturale spero possa continuare magari anche con una crescita delle assaggiatrici professioniste, che potranno così far valere le grandi doti sensoriali diventando voci ancor più autorevoli  nel settore.

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Rubrica Beverfood in rosa

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