Un recente sondaggio commissionato da Ingredient Communications e condotto da SurveyGoo evidenzia una crescente attenzione da parte dei consumatori sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI) nell’industria food & beverage. Ben l’83% degli intervistati ritiene che le aziende dovrebbero dichiarare in etichetta se un prodotto è stato progettato o prodotto con l’aiuto dell’AI. Tra questi, oltre la metà (55%) si è detta fortemente d’accordo, mentre solo il 4% ha espresso parere contrario.
L’AI non è percepita come “naturale”
Il 64% dei partecipanti (quasi 2/3) ha affermato che gli alimenti e le bevande realizzati con il supporto dell’AI non dovrebbero essere etichettati come “naturali”, mentre il 12% è contrario a questa affermazione. Questa percezione sottolinea una generale diffidenza verso l’integrazione della tecnologia nei processi produttivi di beni destinati al consumo. A rafforzare questa posizione, il 78% degli intervistati ha espresso la necessità di regolamentare l’uso dell’AI nel settore, richiedendo interventi governativi per garantire trasparenza e sicurezza, mentre solo il 6% si è detto contrario.
Progresso o rischio? La percezione dell’AI nei prodotti alimentari
Sebbene il 52% degli intervistati consideri l’AI un progresso positivo per l’umanità, solo il 42% vede di buon occhio l’utilizzo di questa tecnologia in ambito food & beverage mentre il 27% ha espresso una percezione negativa.
Il 44% teme addirittura che tali prodotti possano essere meno sicuri da consumare. Anche la propensione all’acquisto mostra pareri discordanti: il 26% degli intervistati si è detto più incline ad acquistare prodotti realizzati con l’AI, mentre il 29% ha dichiarato il contrario.
Generazione Z e Millennials più aperti all’AI
Il sondaggio ha messo in luce una netta differenza generazionale. Le giovani generazioni – Generazione Z (65%) e Millennials (57%) – si dimostrano più aperte all’uso dell’IA, mentre l’approvazione cala drasticamente tra Generazione X (44%) e Baby Boomers (25%).
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Commento di Richard Clarke di Ingredient Communications
Richard Clarke, Managing Director di Ingredient Communications, ha commentato: “Molte aziende del settore food & beverage si sono affrettate ad adottare la tecnologia AI per trarne beneficio, ma è fondamentale che prestino attenzione a come i consumatori percepiscono questa innovazione. Abbiamo assistito a una forte opposizione all’uso dell’intelligenza artificiale nel settore artistico e dell’intrattenimento. Per evitare lo stesso destino, i produttori di alimenti e bevande dovrebbero riflettere se stanno adottando un livello di trasparenza sufficiente riguardo al loro utilizzo dell’AI.”
Ha proseguito: “Come abbiamo visto 30 anni fa con le polemiche sulla sicurezza delle colture geneticamente modificate, è facile che la disinformazione si diffonda generando paura. Le del settore food & beverage farebbero bene a implementare una strategia di comunicazione per informare il pubblico sulle modalità con cui sfruttano il potenziale della tecnologia AI.”
Prezzi più bassi, ma non a scapito del lavoro
Un aspetto chiave riguarda i risparmi ottenuti grazie all’AI: il 79% degli intervistati sostiene che tali vantaggi economici dovrebbero tradursi in prezzi più bassi per i consumatori. Tuttavia, il 40% ritiene inaccettabile che ciò comporti una riduzione dell’occupazione, anche se i prodotti diventano più economici, mentre il 33% lo ritiene accettabile.
Ingredient Communications
+info: www.ingredientcommunications.com/