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Un mosaico di millesimi. Ma anche un vino nudo, senza costruzioni e difese, ma solo con le cime del Trentino a fare da sfondo, che esprimono l’essenza vera dello Chardonnay di montagna. Una nuova perla, perché le bollicine in fondo non sono altro che delle perle incastonate nel vino. Queste alcune delle definizioni utilizzate da Matteo Lunelli, Presidente e AD di Cantine Ferrari, per descrivere Ferrari Perlé Zero, nel corso dell’anteprima alla Permanente di Milano.

“Lo abbiamo chiamato Perlé Zero perché è un vino che non ha aggiunta di zuccheri e di dosaggio, anche se definirlo un semplice dosaggio zero sarebbe un po’ troppo banale e una scorciatoia, visto che questo vino è frutto di una cuvé che voglio definire come un mosaico di vini base. I nostri enologi hanno lavorato e ricercato a lungo, decidendo di utilizzare vini base di tre annate, 2006, 2008 e 2009, un multimillesimato di tre annate che abbiamo affinato in tre materiali diversi, acciaio, legno e vetro”. Gli amanti del Perlé, una delle grandi invenzioni del fondatore Giulio Ferrari, saranno quindi contenti di scoprire questa nuova etichetta che arricchisce la gamma Perlé, un Trentodoc a dosaggio zero.

MATTEO LUNELLI PRESENTA FERRARI PERÉ ZERO

www.youtube.com/watch?v=0JfPbBnLVKY

 

MULTIMILLESIMATI

Un progetto partito da lontano, sulla quale Ferrari stava lavorando da tempo. Lavoro, passione, ricerca e talento hanno permesso di arrivare al battesimo ufficiale, solamente dopo un sapiente lavoro in cantina. Un procedimento dove i vini base di più annate vengono affinati con materiali diversi: l’acciaio, che esalta l’espressione del frutto e dell’eleganza aromatica dello Chardonnay, il legno, che conferisce struttura e ricchezza gustativa, e il vetro, che dona un ulteriore tocco di profondità ed espressività. Una volta imbottigliata, la cuvée affronta un lungo affinamento sui lieviti, di almeno 6 anni, prima di venire sboccata senza l’aggiunta di zuccheri, ossia a dosaggio zero. Ogni cuvée identifica quindi un preciso assemblaggio, unico e irripetibile, ed è comunicata in etichetta con un richiamo all’anno del tirage. Quella presentata in anteprima è la Cuvée Zero 10, un mosaico di tre millesimi diversi, 2006, 2008 e 2009, messo in bottiglia nel 2010.

 

VINO NUDO

“La perfezione non si ottiene quando non si ha più nulla da aggiungere, ma quando non si ha più nulla da togliere”

– ha continuato Matteo Lunelli con una citazione che testimonia che il lancio è stato fatto nel momento ideale, senza lasciare nessun dettaglio al caso. “La prossima sfida potrebbe essere quella di togliere l’uva”- ha scherzato invece Marcello Lunelli, a capo della conduzione enologica di Cantine Ferrari, prima di descrivere le note di degustazione del Perlé Zero. Colore brillante, al naso sentori di pompelmo e acacia, ma anche note di zenzero ed erbe aromatiche. In bocca vino estremo, nudo, essenziale l’entrata in bocca con acidità e avvolgenza, ma anche una decisa persistenza. In quanti lo capiranno? “Penso che il modo migliore sia quello di abbinarlo, cucina a base di pesce ma anche con cibo di montagna, il Perlé Zero regge bene il confronto”.

la famiglia Lunelli con il Perlé Zero – da sx: Marcello, Alessandro, Camilla e Matteo Lunelli

 

IMMAGINE E ANTEPRIMA

Un vino che ha anche una veste grafica originale ma al tempo stesso coerente con la nuova immagine della linea Perlé. La cromia scelta è il verde inglese, che comunica eleganza e un’idea di naturalità, ma esprime al tempo stesso anche l’artigianalità di un prodotto che richiede anni di cura, con l’etichetta più moderna e accattivante, disegnata dallo Studio Robilant Associati. Quella del Ferrari Perlé Zero è una nuova sfida lanciata dalla famiglia Lunelli, che gli enologi di Casa Ferrari hanno raccolto con entusiasmo e passione, con l’obiettivo di portare nella migliore ristorazione un Trentodoc capace di esprimere l’essenza dello Chardonnay di montagna in tutta la sua purezza. Una Permanente tirata a lucido, mai vista in questa veste per l’anteprima di lancio del Perlé Zero mercoledi 27 settembre, in un evento dove protagoniste assolute sono state le bollicine in abbinamento dal menù creato per l’occasione dagli chef Alfio Ghezzi e Norbert Niederkofler, insieme a tanti ospiti e addetti del settore. Cucina a base di carne, salse non troppo invadenti, l’idea che la bollicina possa essere davvero a tutto pasto, dall’antipasto al dolce, toccando sempre con mano la materia prima. Ancora una volta Ferrari ha lasciato il segno, per una grande famiglia del vino italiano che guarda al futuro partendo sempre dalle solide radici nel cuore del Trentino che sa regalare emozioni.

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INFO:
www.ferraritrento.it

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