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Bollicine franciacortine a tutto pasto e tutti i giorni. Questa la sintesi perfetta degli appuntamenti che hanno visto ancora una volta grande protagonista il Consorzio Franciacorta alla prima edizione della Milano Wine Week.

 

 

Tra gli appuntamenti più attesi di Palazzo Bovara sicuramente il Franciacorta Festival a Milano di giovedì 11 ottobre era sulle agende dei tanti winelovers e operatori del settore. E non ha deluso le attese, tantissimi hanno preso d’assalto i banchi di degustazione ad assaggiare le varie tipologie di bollicine bresciane. Saten, Brut, Extra Brut, Millesimati, Riserve, Rosè e Nature, c’è stato da divertirsi. Molto interessante anche la serata organizzata al Palazzo Brian&Barry, con le storie di Franciacorta.

 

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Sui nove piani del building più fashion di Milano si sono alternati giovani produttori, le donne del Franciaorta, le aziende classiche e gli emergenti. Segnale che una denominazione che si sta avvicinando alla soglia dei 18 milioni di bottiglie prodotte, ha saputo interpretare anche il racconto di un territorio, in una dimensione autentica di sorytelling vinicolo. Ci sono industriali che hanno investito portando il dna di operosità bresciana in cantina, ma ci sono anche giovani vigneron che hanno scommesso sulle terra. Un vino per tutto il giorno dicevamo, a partire dalla colazione. Molto interessante la formula Franciacorta Breakfast andata in scena tutti i giorni al Bar dell’Hotel Senato nell’omonima via. Un calice di Franciacorta a scelta in abbinamento a una coda di salmone e un buffet dolce e salato. La colazione dei campioni. Sei in Franciacorta e vi raccontiamo sei vini che ben rappresentano la denominazione.

 

 

FRANCIACORTA NATURE ‘61- GUIDO BERLUCCHI

Se oggi beviamo Franciacorta come se piovesse parte del merito va sicuramente ascritta al pioniere della denominazione, la cantina Berlucchi, che proprio nel ‘61 come recita l’etichetta iniziò questa avventura spumantistica di successo. Il Nature con il suo uvaggio di Chardonnay 70% e Pinot Nero 30% rappresenta un vino di punta dell’azienda che sta mietendo successo dopo successo, in attesa di un premio importante atteso a breve.

 

 

FRANCIACORTA PAS DOSE’2013- SANTA LUCIA

Azienda giovane Santa Lucia, attiva nella produzione diretta dal 2008, prima le uve venivano conferite ad altre cantine della zona. Oggi invece si è messo a produrre. Stile della casa freschezza e acidità spiccate, abbiamo assaggiato il Pas Dosé, 70% Chardonnay e 30% Pinot Nero.

 

 

FRANCIACORTA BRUT NATURE 2012- RONCO CALINO

Se oggi beviamo tanto Nature in Franciacorta buona parte lo dobbiamo anche a Ronco Calino he è stata tra le prime realtà a proiettarsi su questa dimensione. La famiglia Radici insieme al lavoro dell’enologo Leonardo Valente ha iniziato a lavorare abbassando dosaggi e zuccheri e alzando l’asticella della qualità. Se ne berrà sempre di più di Franciacorta di questo tipo in futuro e i pionieri dovrebbero continuare a dettare le linee guida.

 

 

FRANCIACORTA DOSAGGIO ZERO UNO- ARICI

Nomen omen dicevano i latini, si può ben capire la filosofia produttiva di Andrea Arici. Sono 30.000 le bottiglie prodotte dalla cantina Colline della Stella, di cui in buona percentuale sul Dosaggio zero. Il biglietto da visita dell’azienda, portabandiera di uno stile di interpretare il Franciacorta che va sempre più nelle direzione di residui bassissimi, grande pulizie e freschezza nel bicchiere, con uvaggio in prevalenza Chardonnay al 90%, quasi un Blanc de Blancs.

 

 

FRANCIACORTA BRUT BATUDE’- TENUTA AMBROSINI

Il nome Batude è il toponimo dove ci sono le vigne della Tenuta Ambrosini, territorio un tempo dedicato alle battute di caccia dei nobili della zona. “Lo abbiamo voluto francesizzare questo vino accentando la e finale, il Batudé che è diventato un cult aziendale ”- ci ha spiegato Lorenzo Ambrosini, uno dei tre fratelli alla guida della cantina portata avanti da tre fratelli. Circa 70.000 le bottiglie prodotte, focus di mercato sull’Italia con Roma e Parma le provincie di riferimento per le vendite.

 

 

FRANCIACORTA RISERVA EXTRA BRUT 2009 GIACHESEILI’- BORGO LA GALLINACCIA

Ci piacciono i nomi strani lo avete capito. Uno storytelling da etichetta come nel caso del Giacheseilì dell’azienda Borgo La Gallinaccia. Una storia di famiglia, il figlio ha voluto dedicare al papà questa Riserva 2009, come la barca di famiglia. Un vino che denota ancora grande freschezza e acidità spiccata, con delle belle tostature e sentori legati alla crosta di pane, una Riserva che non dimostra il tempo passato sui lieviti.

 

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+info: www.milanowineweek.com
www.franciacorta.net
www.berlucchi.it
www.santaluciafranciacorta.it
www.roncocalino.it
www.collinedellastella.com
www.borgolagallinaccia.it
www.tenutambrosini.it

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