È il re tra le piccole abitudini fuori casa degli italiani, il caffè. Ed è tra i protagonisti anche di Host 2011, a fieramilano a Rho fino a martedì 25 ottobre. Un protagonista “da Guinness” visto che, proprio qui a Host, in un’appassionante corsa contro il tempo oggi Gianni Cocco e Danilo Torres sono entrati per primi nell’albo del mitico primato, con 623 caffè serviti in un’ora – completi di tazzina e cucchiaino. Ma i primati del caffè, la bevanda diventata simbolo nel mondo del saper vivere italiano, sono tanti: secondo dati FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, gli italiani ne consumano al bar ben 7 miliardi di tazzine, che richiedono 46 milioni di chilogrammi di materia prima. Una vera e propria industria che, in 140 mila bar, dà lavoro in tutta Italia a 322 mila persone – l’equivalente di una grande multinazionale.
E quanto costa il classico espresso al bar? La media nazionale è di 84 centesimi, ma nelle Regioni del nord supera i 90 mentre al sud scende a 70. E se in Italia la tazzina di caffè espresso è una commodity, con un prezzo al dettaglio contenuto, non così all’estero, dove è un prodotto di status. Negli Stati Uniti ad esempio, calcola la National Coffee Association, dove il 50% della popolazione (circa 150 milioni di persone) beve abitualmente espresso, cappuccino o macchiati di vario tipo, il costo medio della tazzina di espresso è di 2,45 dollari (circa 1,75 euro), per un giro di affari complessivo di oltre 12 miliardi di dollari l’anno nelle sole cafeterias indipendenti, escluse quindi le grandi catene in franchising. “La nostra strategia– commenta in proposito Roberto Forestan, Operational Marketing & Business Development Manager di Gruppo Cimbali– è di recuperare l’autentica cultura del caffè italiano, coniugandola con un livello di automazione che la renda accessibile anche ai bar, ristoranti e hotel che, specie fuori dal nostro paese, difficilmente possono accedere a competenze elevate nella preparazione dell’espresso. Ad esempio, abbiamo creato una macchina che regola automaticamente la pressione in modo da ottenere il migliore effetto ‘espresso’ con le diverse modalità di macinazione, torrefazione e miscela dei vari paesi. Un’altra novità è Sintesi, col marchio Casadio, una macchina pensata per piccoli ristoranti e hotel che consente di ottenere, utilizzando le cialde, lo stesso livello di qualità dell’espresso classico”.
Un mercato globale dalle enormi potenzialità, dunque: la sfida per l’industria italiana, leader riconosciuta del settore, è di cogliere le opportunità dell’internazionalizzazione preservando la grande tradizione del caffè italiano. In questa sfida, Host supporta gli Operatori con una speciale attenzione dedicando al mondo del caffè un intero villaggio. “Oggi il barista esperto è un vero e proprio ‘sommelier del caffè’– spiega Francesco Sanapo, due volte Campione Italiano Baristi Caffetteria, –che segue il prodotto lungo tutta la filiera: io personalmente sono stato anche nei campi, in Honduras, a cogliere il caffè con i coltivatori! Il barista oggi segue la torrefazione, prepara con cura le proprie miscele… E, grazie alla nuova generazione di macchine che consentono di dosare con precisione temperatura e pressione, è quasi uno chef che cucina il caffè al punto giusto. Un’evoluzione seguita con molta attenzione anche all’estero, dove l’espresso è spesso un prodotto in alto di gamma. Il barista di caffetteria oggi è un esperto che sa raccontare il caffè, e in questo senso Host è un momento ideale per fare cultura di settore”.
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