A Kigali si è appena conclusa una settimana dedicata al settore del caffè con il World Coffee Producers Forum e la African Fine Coffee Conference all’interno del nuovissimo Kigali Conference Center. Qui si è discusso delle sfide più attuali che coinvolgono i Paesi di produzione e delle possibili soluzioni da adottare in tempi brevi.
Il World Coffee Producers Forum e la African Fine Coffee Association Conference di Kigali, in Rwanda, hanno attratto i principali protagonisti del settore del caffè a livello mondiale nelle giornate dal 13 al 17 febbraio. Si sono riuniti in questi due appuntamenti, a lungo attesi e finalmente rientrati alla normale routine, i rappresentanti delle principali aziende del settore per discutere delle sfide e delle opportunità presenti nel mercato del caffè in tema di sostenibilità e creare nuove opportunità di mercato per i produttori di tutta l’Africa.
RWANDA, IL PAESE DEI 1000 PROFUMI
Imperator e Bloom Coffee School, che da numerosi anni hanno con il Rwanda un rapporto speciale, hanno partecipato a questi eventi per condividere la propria esperienza e le proprie conoscenze con i diversi rappresentanti del settore. Alberto Polojac, quality manager di Imperator srl e direttore di Bloom Coffee School, racconta così come è nato questo rapporto particolare: “Ho sempre nutrito grande interesse per i caffè originari dall’Africa orientale, soprattutto per le origini un po’ più fuori dal comune, come appunto il Rwanda. Con il mio primo viaggio come giudice per la Cup of Excellence nel 2014 ho imparato a conoscere la complessità e l’unicità dei caffè rwandesi, che fino ad allora erano ancora poco noti, quantomeno nel mercato italiano. Ritenendo questi caffè perfetti per qualsiasi metodo di estrazione in termini di acidità, dolcezza e bilanciamento, iniziai a importare i primi lotti prevenienti dalla zona di Gisenyi, vicini al lago Kivu. Si dice che questo sia il Paese delle 1000 colline, ma per me è anche dei 1000 sorrisi e 1000 e più aromi”
LA FORMAZIONE DEI PRODUTTORI LOCALI, PUNTANDO SU GIOVANI E DONNE
Da quel momento Alberto Polojac, in qualità di trainer e Q grader, iniziò a sviluppare dei programmi di formazione per le popolazioni locali basandosi sui moduli Green e Sensory della SCA, la Specialty Coffee Association (allora SCAE). Questi programmi furono inseriti tra i progetti di sviluppo internazionale che la SCAE iniziò a promuvere proprio dal 2015, anche in virtù del fatto che Alberto Polojac venne nominato presidente del’International Development Commitee della stessa associazione.
“Quando mi venne chiesto di sviluppare dei progetti di sviluppo nei Paesi produttori non ebbi dubbi, il Rwanda era il posto giusto da cui iniziare. Un Paese sicuramente molto sviluppato ma con un potenziale enorme ancora inespresso. Decisi di focalizzarmi su due target ben precisi, ancora oggi al centro dell’attenzione globale: le nuove generazioni e le donne. È un grande orgoglio vedere che oggi quelle persone rivestono oggi ruoli importanti all’interno della filiera produttiva. Oggi le tematiche che riguardano il ricambio generazionale e l’equità di genere sono ancora al centro del dibattito, incluso il recente World Coffee Producers Forum. Questo mi fa pensare che al tempo ci avevamo visto lungo.”
Dal 2015 infatti Imperator importa alcuni lotti di caffè provenienti da cooperative femminili come risultato di questo lavoro fatto sul campo. Oggi il Rwanda è senz’altro uno dei Paesi più evoluto su queste tematiche.
LA COLLABORAZIONE CON ICU E IL NUOVO PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DELLA FILIERA
Ultimo in ordine cronologico che ha visto nuovamente impegnato Alberto Polojac in qualità di trainer è il progetto realizzato grazie a ICU (Istituto per la Cooperazione Universitaria), denominato Coffee Value Chain Development, che ha visto coinvolte 20 stazioni di lavaggio in 12 distretti diversi. Il programma, cofinanziato dall’Unione Europea e supportato dal NAEB, il National Agricultural Export Development Board, prevedeva tre diverse aree di intervento: supporto agli agricoltori, con un focus particolare ancora su empowerment di genere e giovanile; supporto industriale, attraverso il miglioramento delle macchine e le infrastrutture nelle stazioni di lavaggio; supporto commerciale, facilitando la partecipazione agli eventi più importanti di settore e l’accesso a finanziamenti specifici.
“È stata una gioia immensa tornare qui con un progetto che ricordava molto quelli inizialmente sviluppati con la Specialty Coffee Association quasi 10 anni fa, – prosegue Alberto Polojac – implementati però da una struttura come quella dell’ICU, che ha contribuito a supportare le stazioni di lavaggi anche dal punto di vista strutturale. A ciascuno infatti è stato fornito un kit mobile per il controllo qualità comprensivo di: tostino da laboratorio, strumenti di rilevazione di temperatura e umidità, tazze e cucchiai di assaggio. Oltre a questo è stata data la possibilità a tutti di rinnovare le proprie tecnologie in ambito di lavorazione del caffè. Il tutto avallato con il timbro dell’ufficialità da parte del NAEB, l’organo governativo equivalente al nostro Ministero dell’Agricoltura.”
Imperator e Bloom Coffee School dimostrano così il loro costante impegno per la crescita e lo sviluppo del settore del caffè, non solo promuovendo la formazione presso la loro sede di Trieste, ma anche grazie a progetti come questo che mirano a sostenere la sostenibilità e la responsabilità sociale di tutta la filera.
L’ASSAGGIO DEI NUOVI RACCOLTI
Per chi volesse provare i nuovi raccolti del caffè dal Rwanda, Imperator sta organizzando delle sessioni di assaggio in tutta Italia, riprendendo la già collaudata formula dei “Cupping friday”. Per manifestare il proprio interesse e lasciare l’adesione all’iniziativa potete scrivere a
+ info: www.imperator.cc – www.bloom.coffee