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I fratelli Ugo e Piero Alciati, fedeli compagni del progetto Eataly, inaugurano un nuovo bistrot. E lo fanno non in una sede qualsiasi ma nella Casa Madre: il Lingotto. E la scelta, poi, di lanciarlo in pieno autunno e con un menu a base di tartufo bianco è indovinata e prospettica, data la stagione.

 

 

L’idea di aprirle e farlo gestire in maniera permanente pare esser la realizzazione di una volontà della proprietà per tre motivi:

  1. rimpiazzare la formula antecedente, fatta di alternanze mensili ai fornelli – eccezione fatta per la stagione del tartufo;
  2. continuare in pianta stabile questa offerta, migliorandola;
  3. offrire ai torinesi e turisti la possibilità di godersi la cucina di Ugo Alciati, uno chef che le materie prime piemontesi le lavora con grande sapienza.

A conferma di ciò ci sono le parole di un passante che alla sera dell’inaugurazione conferma: “Sarà qui? Fantastico, ho assaggiato l’arrosto migliore del Piemonte”. Ma non finisce qui, perché a pochi metri gli Alciati gestiscono anche un laboratorio artigianale: Plin, così chiamato per omaggiare la storia della famiglia – anzi Lidia Alciati.

Eataly investe in persone, nelle sue persone,  con spirito temporale, intuitivo e funzionale: dopo un boccone si può acquistare a pochi metri la materia prima. Che certamente non deluderà una volta trasformata nelle proprie mura.

Per la première e per il periodo che accompagnerà al Natale, i piatti a La Taverna del RE saranno quelli tipici delle Langhe come la battuta di Fassone, l’ insalata con robiola di Roccaverano, i tajarin ai 30 tuorli e il doppio uovo. Con il tartufo ad esser l’ingrediente strutturale del menu i cui piatti sono accompagnati dai vini di Fontanafredda e una “Selezione Alciati”.

 

 

In questa anteprima spiccano ovviamente la Carne Cruda di Fassona de “La Granda” per la sua qualità, intensità e per la presentazione, intesa nel taglio: consistente e preciso. L’energia sanguigna respira e si inserisce con profondità nel palato. E se come dice il Piero Alciati “il gusto deve esser di tutti” il rendere più “popolare” queste eccellenze diventa attività che piace. E che funziona.

 

 

Gli assaggi dei Cardi Gobbi di Nizza Monferrato con pere, Riobiola e acciughe, si arricchiscono e crescono di intensità mentre li assapori: la croccantezza nella cottura contrasta la cremosità ed eleganza del formaggio, la spolverata di crumble sulla verdura si inserisce ed esalta al meglio, ancora, lo sfondo dell’olio extravergine ROI, che ingentilisce giustamente  le punte amare.

 

 

I tortelli di Parmigiano Reggiano “Gennari” 24 mesi si ricordano per la pasta, morbida, che avvolge una consistenza densa, quasi oleosa con punte di pepe e tartufo a creare un po’ di artifici.

 

 

L’applauso da culto è per gli agnolotti con brodo di gallina e riduzione al Marsala, una poesia per il palato: pasta dura ai bordi che condensa la carne ancora giocata con contrasti vegetali. Il tutto abbinato a un brodo elettrizzato dal tartufo. Così come per il “gelato al fiordilatte mantecato al momento” dove lo zucchero incontra un poi di sale dato  dal crumble di torrone presente sullo sfondo.

I prezzi si aggirano tra i 15€ e i 25€, una nuova proposta, di qualità accessibile, e piemontese, si inserisce nel panorama torinese.

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