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Nel 2015 i consumi delle bibite (lisce + gassate) sono aumentati di ca. il 4% con una stima complessiva (vendita su tutti i canali di vendita)  intorno ai 3.100 milioni di litri. Ciò grazie ad una situazione climatica eccezionalmente positiva con una estate caldissima. Per l’esercizio 2016 le rilevazioni IRI sul mercato italiano nella GDO, aggiornati a fine agosto, evidenziano invece su base annua una perdita di volumi di oltre il 3% a volume

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La perdita dei volumi sta interessando sia i canali della classica GDO (Iper +super + LSD) con un -3,7% a volume, sia il canale dei discount con una perdita del 3,3% a volume. Se questo trend dovesse continuare anche nell’ultimo quadrimestre e in tutti i canali, a fine 2016 i consumi totali di bibite (retail moderno + retail tradizionale + Horeca + vending)  si ridurrebbero intorno ai 3.000 milioni di litri, con un procapite di ca. 50 litri/anno, il che ci pone negli ultimi posti nella classifica dei consumi pro capite dei Paesi UE.tab1

In realtà il mercato italiano si è sempre distinto per un forte orientamento alle acque minerali, il che comporta inevitabilmente una compressione dei consumi delle altre bevande analcoliche. Questo divario si sta accentuando in questi ultimi anni in considerazione delle crisi economica e di un maggiore orientamento salutistico dei consumatori italiani. Le bibite, in quanto bevande più costose, risentono inevitabilmente della congiuntura economica difficile e, poiché sono considerati prodotti più voluttuari, possono essere sacrificati da un consumatore oggi più attento alla spesa. Ma è soprattutto la maggiore attenzione agli aspetti salutistici della nostra alimentazione che spinge molti consumatori a ridurre il consumo di bevande contenenti zuccheri.
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BIBITE GASSATE

Da sempre la categoria di prodotti di maggior peso nel settore delle bibite è quella delle BIBITE GASSATE O CARBONATE (dette anche più semplicemente “sode”), di più antica tradizione, ma questa è anche la categoria che stenta maggiormente a tenere i volumi. A fine 2015 i volumi di questo comparto sono cresciuti del 2-3% portandosi a 2.350 milioni di litri con un procapite di appena 39 litri/anno. Secondo i dati IRI a fine agosto 2016 relativi alla GDO,  i volumi delle sode sono calati, annullando quindi il recupero che si era avuto nel corso del 2015. Nel segmento delle sode si conferma il primato delle cole che rappresentano il 55% del totale volumi delle bibite gassate; questo anche grazie al fatto che questa tipologia di bevande è sostenuta dal più imponente livello di investimenti pubblicitari. La seconda categoria più importante a volume nel comparto delle sode è rappresentato dalle aranciate che negli ultimi tempi hanno sofferto cali di consumo, forse anche per la concorrenza delle equivalenti bibite lisce all’arancio nel campo delle bevande a base frutta. Il gruppo delle aranciate nelle varie versioni (dolce, amara, rossa) vale ora ca. il 18% del totale sode. Seguono le bibite lemon-lime e gassose al limone, i  chinotti, le limonate e poi gli altri gusti. Aperitivi e toniche nell’assieme contano oltre  il 3% a volume, ma  con una incidenza molto più elevata a valore in considerazione di prezzi medi €/litro più elevati.

C’è stato negli ultimi anni un notevole attivismo da parte dell’industria in termini di offerta di bibite gassate senza zuccheri: oltre alle cole, anche per le altre principali bibite gassate (aranciate, lemon lime e gassose, chinotti, limonate) sono ormai disponibili le versioni senza zucchero da parte dei più importanti produttori italiani. Per l’intero comparto delle sode si stima che le versioni senza zucchero possano aver già superato il 7% del totale volumi. Negli ultimi tempi, il mercato ha espresso inoltre importanti novità gustative, particolarmente nel campo  degli aperitivi analcolici (Sanbitter, Crodino, Schweppes, …) e delle bibite a succo (Sanpellegrino, San Benedetto, …), delle toniche altri sode destinati alla miscelazione, mentre diversi piccoli produttori si strano mostrando molto attivi nella produzione di bibite provenienti da ingredienti biologici (Galvanina, Acqua Levico, Fava Bibite, Tomarchio, …) e altri si sforzano di ricercare un migliore e più distintivo posizionamento di valore con l’adozione di confezioni vintage e il lancio o rilancio di gusti che rientrano nella nostra tradizione (chinotti, spume e gassose, bibite al bergamotto, bibite gassate al caffè, …)

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BIBITE PIATTE

Il segmento delle BIBITE PIATTE (tè freddo, caffè freddo, latte di mandorla, …) hanno lucrato nel 2015 una forte crescita dei volumi (+8%). Queste bibite hanno una stagionalità particolarmente accentuata nel periodo estivo e quindi l’eccezionale caldo della scorsa estate ha notevolmente favorito le vendite. Invece per l’esercizio 2016 questa categoria di prodotti sta perdendo volumi, annullando di fatto la crescita del 2015. Per il 2015 il volume complessivo di questa categoria è stimabile intorno ai 620 milioni di litri. Il tè freddo è il prodotto di base di questa categoria, con un pro-capite di quasi 10 litri/anno . Il tè freddo rappresenta ora in Italia la seconda bibita più consumata dagli italiani dopo la cola. Oltre ai tradizionali gusti fruttati, si sta ben affermando anche il tè verde che ha ormai raggiunto ca. il 9% dei volumi totali e il thè freddo deteinato (quest’ultimo veicolato soprattutto sul target ragazzi). Le altre bibite lisce cominciano ad evidenziare cifre significative, anche se questi prodotti (caffè freddo, tisane fredde, latte di mandorla,  …)  rappresentano al momento delle nicchie di mercato .

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BIBITE FUNZIONALI

Nell’ambito delle BIBITE FUNZIONALI, le bevande isotoniche (sport drink) hanno accusato negli ultimi anni continue perdite di volumi, forse anche a causa delle concorrenza degli Energy drink che stanno occupando sempre più importanti aree del mondo sportivo (automobilismo, motociclismo, sport estremi, ecc.). Nel corso del 2015 si è avuta invece una fortissima crescita delle vendite di quasi il 20% a volume, mentre nel corso del 2016 anche questi prodotti evidenziano una perdita di volumi. I consumi di bevande isotoniche sono stimabili a fine 2015 in ca. 75 Mn/litri. Gli energy drink hanno goduto di un trend positivo in questi ultimi anni, ma anche loro nel corso del 2016 stanno accusando un calo di volumi. A fine 2015 i consumi complessivi sono stimabili intorno ai 55 milioni di litri. Nella categoria delle bibite funzionali si stanno inserendo nuovi prodotti, tra cui gli aloe drink e le acque di cocco (queste ultime posizionate come una valida alternativa agli sport drink, in quanto ricche di sali: potassio, magnesio, calcio e fosforo). Complessivamente la categoria degli Sport ed Energy drink  rappresentano una quota intorno al 4% del totale volumi bibite e succhi, ma il suo peso a valore è più che doppio, grazie al fatto che su questo tipo di bevande si riescono a realizzare dei prezzi unitari molto più elevati rispetto a quello delle altre bevande analcoliche.

a cura di Marco Emanuele Muraca Beverfood.com Edizioni

Per maggiori informazioni cfr: www.beverfood.com/downloads/bevitalia-annuario-acque-minerali-bibite-e-succhi/

 

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