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Smile&Cocktail, si legge sull’insegna. Inno alla convivialità e alla riscoperta di abitudini che con i tempi moderni sembrano sparire con preoccupante semplicità. Suonare al Milord di Milano, per accomodarsi in una nicchia lontana dal delirio della movida meneghina; l’obiettivo è proprio quello di portare la filosofia del buon bere anche in zone meno battute, e Cristian Lodi con il suo progetto e sulla buonissima strada.
DA CAMPARI A PIOLA – Zona Piola, notoriamente realtà studentesca che però non sta impedendo al Milord di ritagliarsi una clientela selezionata “dai 25 in su. Ci sono tutti i presupposti per divenire una meta del bere consapevole e soprattutto di qualità”. Cristian Lodi, trentatré anni, è dal 2013 patron del posto insieme a Francesco Monteleone, e racconta la sua storia con orgoglio e un pizzico di fierezza: nel 2014 divenne operativo al bancone perché “non ero soddisfatto di come si lavorava, volevo dire la mia, non essere soltanto dietro le quinte”. Via i panni dell’agente immobiliare, su le maniche e il grembiule della Campari Academy dove si forma e con la quale continua a collaborare per dimostrazioni e eventi. Le soddisfazioni personali arrivano dopo poco: la finale con Appleton Estate nel 2017, il trionfo alla Challenge on Ice nello scorso anno. Proprio in Academy incontra quello che definirà il suo primo maestro, Mattia Corunto, oggi impegnato con l’accademia PlanetOne: “Gli devo molto. Chiudevamo tardissimo al venerdì, e al sabato mattina ci rivedevamo per preparazioni, studiare, preparare gare. Mi ha fatto crescere”.
GRANDI IDEE – Etica del lavoro e orizzonti ampi, per avvicinarsi alla platea più varia sempre all’insegna della qualità. Bitter, Tiki o il suo Americano (“Il mio preferito, un aperitivo perfetto con un equilibrio introvabile”): al Milord si parla la lingua della miscelazione moderna, pur consapevoli che ci vorrà del tempo. “Culturalmente forse siamo ancora un po’ in dietro nel bere bene, ma stiamo lavorando bene. Qui abbiamo un potenziale enorme, abbiamo progetti di food pairing, degustazioni, abbinamenti territoriali. Serve essere pazienti e cercare di avere un approccio educativo”. Lo slancio verso il cambiamento è palese nelle drink list del locale: l’ultima era fatta da una serie di pittoreschi necrologi che annunciavano la dipartita dei drink da dimenticare, con energy drink o distillati indicibili. L’ultima è invece una serie di polaroid che colorano agende scritte a mano, come diari che parlano di futuro.
QUESTIONI DI CUORE – Un futuro in cui Crisitan e il Milord puntano a essere indirizzo must per un’esperienza di gusto e competenza, peraltro accentuate da una sana passione. Basta ascoltarlo quando racconta del suo drink ideale, una sua creazione a cui è affezionato perché personale e vincente: Il Mio Tai con cui arrivò in finale alla Appleton Estate: succo di lime, oleo saccharum di kumquat e longan, orzata di arachidi, Grand Marnier, Appleton Rare Blend, Wray&Nephew Overproof. Esotico, concreto, diretto ma senza verità assolute. Come d’altronde è la personalità di chi l’ha creato: Smile&Drink, sorridere e bere, per migliorarsi, imparare e trasmettere.
Milord Milano – Piazza Gian Lorenzo Bernini, Milano
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