Un mina vagante, una carica esplosiva nel cuore della già dinamica zona di Gavi. Del resto il nome Mine Wine ci dice già molto su questo nuovo progetto davvero interessante che porta la firma di Giusi Scaccuto Cabella. Un vino territoriale che di più non si può, un concetto unico nel suo genere, a cui nessuno aveva mai pensato finora. Il Mine Gavi Docg 2018 è un bianco piemontese, che nasce da 11 comuni composti dall’alternanza di suoli marnosi, calcarei e argillosi, sullo sfondo microclimi diversi.
“Voglio fare un Gavi che sia mio in tutto e per tutto e che racchiuda la vera anima di queste 11 terre dalle caratteristiche tanto diverse, sia per clima, altitudine e composizione dei suoli – spiega Giusi – La scelta delle percentuali di ciascuna terra tiene conto dell’andamento dell’annata e di come si sono espresse le zone nel corso della stagione”. Una sfida con la comprensione e armonizzazione di questi terroir in un unico vino per Giusi, un’autodidatta nel mondo del vino con una competenza che nasce dell’esperienza maturata in 30 anni di lavoro, per una produttrice di vino unica nel suo genere. Tenace e coraggiosa, non ha paura di rischiare, dopo tanti anni spesi in un’azienda del Gavi decide di lasciare tutto per creare un suo progetto vinicolo: Mine Wine. Si occupa della selezione delle uve, sceglie le percentuali del blend delle 11 terre, cura l’imbottigliamento e persino la commercializzazione, con il supporto di tutta la sua famiglia per un Gavi dalla grande personalità. “E’ stata una sorpresa anche per me scoprire le caratteristiche organolettiche di un blend nato da terre rosse, bianche e di mezzo, perché non avevo idea di come si potessero esprimere in un unico prodotto. Di fatto, credo di aver realizzato un Gavi, che rappresenti la mia personalità, tanto complessa quanto sfaccettata”. Una storia fatta di profonda conoscenza del territorio, cominciata trent’anni fa, proprio dopo una vendemmia fatta quasi per scherzo. “Da quella vendemmia, sono entrata a far parte di un’azienda del Gavi, occupandomi della parte amministrativa, ma quel ruolo mi stava stretto. Sentivo il desiderio di stare in vigna, a contatto con la terra, e poi in cantina, confrontandomi con chi ne sapeva più di me. Ho imparato tanto, tantissimo in quegli anni”.
Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo. Gli undici campioni del Gavi che compongono 1.500 ettari vitati, con un altro campione, il Cortese, il vitigno principe del territorio del Gavi che ne costituisce il 100% della Docg, per questo vitigno molto diffuso nel nord Italia che nei territori della denominazione ha trovato la sua dimensione, esprimendosi in modo originale a seconda della zona. Dal generare vini freschi, fini ed eleganti, quest’uva è in grado di stravolgere il risultato finale conferendo al vino anche forza, densità e struttura. Queste le basi per realizzare il Mine Gavi Docg, attraverso la conoscenza trentennale di questi comuni dalle caratteristiche estremamente diverse, con undici piccoli produttori di uva a ispirare la scelta per Mine, per un vino che strizza l’occhio al naturale, grazie a un’etica fondata sui principi della sostenibilità, della tutela ambientale e del vino sano e naturale. “Non avrei potuto realizzare questo vino se non fossero presenti questi piccoli artigiani che producono uva con particolare attenzione. Non sono certificati bio, ma lavorano nel rispetto di sostenibilità e biodiversità. Sono tutti vigneti a conduzione famigliare che non producono vino o non ne vinificano l’intera produzione, tanto da cedere l’uva eccedente. Sono la storia e la ricchezza di questo territorio: non ho fatto altro che attingere alla loro esperienza e selezionare le migliori uve per il mio progetto”. La presenza in percentuale di uve da ciascun comune varia a seconda dell’annata. Le uve vengono vendemmiate a mano. Mine fermenta, a temperatura controllata, con lieviti indigeni in acciaio; è Giusi che segue in prima persona la fermentazione fin dalla realizzazione del pied de cuve. Attualmente Mine Gavi è distribuito nelle principali città italiane e internazionali come Milano, Bergamo, Roma, New York e Miami. Presente anche in Svizzera, Corsica e Polonia, il mercato estero di questo vino è in continua crescita a conferma del fatto che la fama e l’apprezzamento di questa Docg sono un dato di fatto, 20mila bottiglie da Cortese 100%, distribuite in Italia, Europa, Svizzera, Usa e Russia. Dal colore giallo paglierino, con riflessi luminosi. Al naso si percepiscono note calcaree e iodate arricchite da un ricco ventaglio agrumato, che vira dal mandarino al lime, accenni alla frutta rossa croccante, profumi di erbe aromatiche e biancospino. Il sorso è dagli aromi intensi, con una buona componente alcolica riequilibrata in freschezza e tanta sapidità. Il retronasale restituisce un aroma netto di mandarino; buone la persistenza e notevole la complessità. Un vino di facile beva e comprensione, che permette abbinamenti trasversali dai calamari alle acciughe fritte, dal risotto agli scampi fino all’insalata di pollo alla griglia.
Sito: www.minewine.it
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1 Commento
Assaggiato ieri: ricorda un onesto vino in cartone, d’altronde è una mescolanza fatta con le uve di non si capisce quali cantine. Il prezzo giusto direi 1,70 / 1,80 al litro.