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Numeri, luoghi e statistiche, stavolta decisamente meno freddi del normale per evidenziare tutti i trend di consumo del vino italiano: il Franciacorta si conferma leader nei cuori degli appassionati. Signorvino fa team con Wine Monitor di Nomisma per uno studio tutt’altro che statico, bensì un’indicazione di come l’interesse del consumatore si stia evolvendo. E di quanto importante sia rendere il vino fruibile e meno “spaventoso”.

ESPERIENZA – “Siamo prima di tutto clienti” tiene a specificare Luca Pizzighella, Direttore di Signorvino, “acquistiamo ogni anno circa 900 mila bottiglie nelle cantine italiane. 1500 etichette in ogni store, 15 punti vendita e quasi un milione di bottiglie vendute”. Esperienza e competenza che permettono di estrapolare dati utili all’intero sistema, di cui Wine Monitor e il suo responsabile Denis Pantini si sono serviti per costituire un Osservatorio congiunto: “Dopo la GDO, il 35% dei consumatori di vino acquistano da enoteche e negozi specializzati. Ciononostante mancavano fonti informative in grado di monitorare l’andamento del settore”.

I TREND – Comprendere i trend attuali aiuterà ad anticipare quelli futuri, per meglio adattare il settore ai cambiamenti sociodemografici e agli stili di vita degli italiani. Un settore che scoppia di salute e incorona le etichette e le realtà regine del 2018 (gennaio-ottobre): è il Franciacorta la denominazione più venduta dell’anno (10% del valore dell’intero settore), seguito dall’Amarone (9%, cui va il titolo di prezzo medio più alto con 45,5 euro) e dal Prosecco DOC DOCG (9%). Dimensioni rinomate che continuano a mietere successi e rappresentare l’eccellenza italiana, facendo da traino per le bottiglie che sono in maggior crescita: Lugana, Rosso di Montalcino e Pinot Nero. Al Veneto il primato con il 26% del valore di vendita, seguito da Toscana, Lombardia e Piemonte;

OBIETTIVI – L’obiettivo di Signorvino è quello di “rivoluzionare la distribuzione specializzata italiana, arrivando a posizionarci il più vicino  possibile al consumatore. Negli anni abbiamo visto un incremento straordinario della qualità del nostro prodotto e della percezione di chi lo consuma. Possiamo dire di aver raggiunto i marchi francesi”. I cugini d’Oltralpe sono da sempre il punto di riferimento per il rapporto con l’estero nel mercato vinicolo, e Signorvino non nasconde le proprie mire: “Abbiamo in piano di esportare la nostra filosofia anche oltreconfine, soprattutto per far valere l’italianità del nostro lavoro. Il prodotto italiano va fortissimo all’estero, ma troppo spesso è curato e gestito da chi italiano non è”.

EDUCAZIONE E COMPRENSIONE – Raggiungere un bacino di utenza sempre più ampio rimane la missione principale di Signorvino, che combatte quindi un trend non troppo positivo degli ultimi tempi: “Con l’esplosione del movimento dei sommelier e una comunicazione a volte eccessivamente elitaria, il consumatore occasionale o giovane è addirittura impaurito: noi lo avviciniamo al prodotto e alla cultura del vino, e il nostro schema lo conferma. Abbiamo scelto location importanti e un approccio easy, con prezzi abbordabili, il connubio tra enoteca e cucina. E abbiamo in programma incontri, masterclass, corsi di avvicinamento al vino, per renderla un’esperienza completa, formativa e soddisfacente sotto ogni punto di vista”. Non è un caso quindi il 56% che viene attribuito ai wine lovers, la categoria più presente tra gli acquirenti di Signorvino.

 

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