3 anni di sperimentazione, 15 centri di ricerca tra i più significativi a livello nazionale e oltre 50 ricercatori coinvolti, 9 unità operative specializzate (igiene di filiera, benessere animale, miglioramento genetico, controllo di processo, nutrizione animale, qualità lattiero casearia, marketing, etc.), un costo complessivo di circa 4,7 milioni di euro dei quali quasi 3,4 milioni provenienti da un contributo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Questi i numeri di FILIGRANA, il progetto coordinato dall’Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani interamente dedicato alla filiera del Grana Padano con l’obiettivo di valorizzare la produzione ed incrementare ulteriormente il livello qualitativo del formaggio DOP più consumato al mondo e maggiormente prodotto nel nostro Paese, con oltre 2,4 milioni di tonnellate di latte pari a ben più del 20% del latte italiano, ovvero circa il 50% del latte della zona DOP
Il Sistema Grana Padano conta oltre 5.000 stalle, 130 caseifici, oltre 300 imprese di produzione e confezionamento associate e oltre 40.000 persone afferiscono alla sua filiera produttiva rappresentando il reale target di ogni tipo di interesse tecnico, scientifico ed economico per il settore. Una filiera impegnata quotidianamente per offrire qualità assoluta e garantita che conquista ogni giorno il consenso degli appassionati del ‘buon gusto’ in tutto il mondo, con una produzione nel 2014 di oltre 4 milioni e 800 mila forme di cui quasi 1,6 milioni destinate all’export, cresciuto in un anno del 4,5% e pari al corrispettivo di 8 milioni di quintali di latte. La produzione di Grana Padano DOP è talmente importante che il prezzo del formaggio DOP influisce in modo determinante su tutta la produzione di latte italiana, dove storicamente i costi di produzione alla stalla sono i più alti di tutta Europa. Rispetto ai Paesi Europei a maggiore “vocazione lattifera”, quali Francia e Germania, il prezzo del latte italiano alla stalla è mediamente più alto del 15-20%, per cui la sopravvivenza della zootecnia da latte italiana, soprattutto nella gran parte della pianura padana, è garantita prevalentemente dal valore di trasformazione del latte in Grana Padano DOP. Secondo molti economisti, il sistema lattiero-caseario italiano difficilmente potrebbe sopravvivere senza il Grana Padano DOP. Tutto ciò incide anche sulla conduzione agricola italiana, perché la maggioranza del mais coltivato, i medicai italiani, i prati stabili, parte dei cerali da granella coltivati sono destinati all’alimentazione dei bovini, ed in particolare delle bovine da latte, garantendo un reddito sufficiente agli agricoltori. Partendo da questi presupposti e dalla volontà di valorizzare la filiera del formaggio DOP più consumato al mondo, è nata nel 2011 l’idea del Progetto Filigrana, sposata appieno dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che ha finanziato il progetto con un budget di quasi 3,5 milioni di euro.
BANCADATI AZIENDE DEL SETTORE RISTORAZIONE
Obiettivo principale del progetto è la definizione delle migliori modalità operative per la produzione di latte e per la sua trasformazione in Grana Padano DOP, nel rispetto delle caratteristiche zootecniche ed agronomiche che caratterizzano l’areale di produzione e delle prescrizioni del disciplinare di questo prestigioso prodotto DOP. Per la prima volta, con Filigrana, è stato possibile studiare ed analizzare nel dettaglio la filiera del Grana Padano DOP prendendo in considerazione tutti gli aspetti trasversali che condizionano in modo significativo la “qualità” a 360 gradi del prodotto finito, partendo dalla fase agronomica fino alla fase finale di stagionatura, coinvolgono tutti i settori specialistici d’interesse che vanno da quello zootecnico-agronomico a quello biometrico informatico, passando da quelli tecnologico, biochimico e microbiologico del processo di caseificazione. Sono stati coinvolti 15 centri di ricerca e sperimentazione, oltre 50 ricercatori, aziende agricole, strutture di trasformazione (caseifici) e stagionatura, con un grande impegno dell’ufficio tecnico del Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano e dell’Istituto Sperimentale Italiano ‘Lazzaro Spallanzani’ che ha gestito il progetto sotto il coordinamento del Prof. Gianfranco Piva.
+INFO: www.mediakey.tv/ del 23 marzo 2015 – www.granapadano.com/