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Reazione K. La Kombucha, l’ultima frontiera del bere fermentato


Fino a qualche tempo fa era scelta solo da hipster e conservava un carattere un po’ bohemien. Oggi sembra voler ambire ad essere più popolare e cool di Kim Kardashian e pure lei inizia per K. È la moda del Kombucha (sì, però leggetela: combucia), una bevanda fermentata che pare essere l’elisir di lunga vita.

 

Roba 4.0. L’ultima frontiera nel beverage, tanto da diventare al centro dell’attenzione dei Millennials, i “dittatori” nello stabilire cosa funziona oggi e cosa no.
La Kombucha è considerata un super food in forma liquida, utilizzata frequentemente nell’alta cucina e anche come base di alcuni drink ricercati.

Ormai è assodato: tutto ciò che è fermentato ha proprietà salutari. Nonostante ora sia sulla cresta dell’onda, questo processo però non è di recente scoperta, ma è da sempre stato impiegato nella preparazione di cibi e bevande, pensiamo ad esempio alla birra. Altro infatti non è che la naturale azione dei batteri. Durante la reazione sono questi ad agire e contribuiscono ad una “trasformazione” degli alimenti. La fermentazione permette di evitare il deterioramento e conferisce caratteristiche di gusto particolari, oltre ad avere effetti benefici sul nostro organismo: migliora il sistema immunitario, favorisce la digestione e aiuterebbe perfino gli intolleranti al lattosio.

Diffusa nel 250 a.c in Estremo Oriente e giunta poi in Russia alla fine dell’800 con approdo negli USA e in Europa occidentale solo vent’anni fa, la Kombucha è una bevanda probiotica ottenuta dalla fermentazione del tè dolcificato, grazie ad una massa simbiotica detta SCOBY, dalla forma lattiginosa e rotonda, che se lasciata macerare in barattoli si deposita sopra al liquido fungendo da starter microbico. La reazione dà vita ad una bevanda acida, viva e leggermente frizzante, con una impercettibile percentuale alcolica. Il sapore ricorda molto il sidro di mele e per questo le bevande vengono aromatizzate per renderne più piacevole il sapore.

 

 

Ecco alcune varianti presenti in commercio:

Caffè Pascucci la propone in 5 differenti gusti: originale, zenzero e limone, limonata tradizionale, lampone e limone,  frutto della passione. Disponibile negli shop Pascucci.
www.pascucci.it/kombucha

Le Piantagioni di caffè, una pregiata torrefazione di Livorno, ha realizzato la Kombucha di San Luis, in collaborazione con il laboratorio artigianale Alimento di Brescia. Si tratta di una versione a base di un caffè specialty, 100% arabica, ottenuta con l’estrazione a freddo, poi fermentata.
www.lepiantagionidelcaffe.com

The Flying Dutchman, il birrificio finlandese dell’errante Ronald De Wall, propone la su Kombucha, The Smiling Dutchman, con una base di birra: di colore rosso scuro, contiene tè verde e nero, ribes nero, curcuma e zenzero per un risultato con poteri antiossidanti, depurativi e digestivi.
www.flyingdutchmanbrewingcompany.com

Ed ecco che stanno nascendo anche i primi luoghi di consumo specifici:  Mattia Baroni, chef del ristorante Haselburg di Bolzano, ha inaugurato al suo interno  il primo Kombucha Bar. In carta propone una lista in varie versioni della bevanda probiotica in abbinamento ai suoi piatti, come conferma della sua filosofia orientata al bere e mangiare sano.
www.haselburg.it

 

Si avvierà, in Italia, una Kombucha mania?

 

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