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Tè sostenibile: il viaggio di Lipton tra imballaggio riciclabile, filtro in carta e cotone e altro


Sono miliardi i consumatori di tè nel mondo: è la bevanda analcolica più diffusa, seconda solo all’acqua. L’impatto che il suo consumo ha sul nostro pianeta è, quindi, particolarmente rilevante.

 

 

Anche per questo motivo, Lipton ha realizzato un imballaggio riciclabile per Lipton Yellow Label Tea e per le nuove referenze al tè nero aromatizzati alla frutta, che ha consentito la riduzione di oltre 20 tonnellate di plastica in Italia e permesso di introdurre nel mercato del nostro Paese oltre 270 milioni di filtri bio-degradabili e compostabili. Di recente ha infatti ottenuto la certificazione di compostabilità del filtro da tè in carta e cotone (svolta presso i laboratori Chelab srl): materiali che contribuiscono alla diminuzione di plastica nelle discariche, nei mari e nei fiumi, oltre ad aumentare la disponibilità di compost per un’agricoltura sostenibile. Sono in carta anche le bustine che racchiudono il filtro e la confezione.

 

 

“Il nostro percorso non è compiuto: stiamo infatti lavorando per eliminare la plastica e introdurre il filtro compostabile su tutti i prodotti in portfolio. In Lipton la sostenibilità è una sfera che, oltre al packaging e al fine vita del prodotto, riguarda ogni ambito della produzione e catena di fornitura: dall’approvvigionamento sostenibile delle materie prima – in linea con la Responsible Sourcing Policy (RSP) – alla coltivazione e raccolta delle foglie da tè, fino alla tutela, sicurezza e educazione degli agricoltori”, commentano  Thomas Hall, Unilever Tea Packaging Manager (Europe) e Kurush Bharucha, Unilever Global R&D Director.

Che cosa è presente, quindi, in ogni bustina di tè Lipton? Oltre 4.000 ore di sole, foglie di tè scelte con cura e una serie di azioni e valori imprescindibili, che hanno la sostenibilità come minimo comun denominatore.

 

 

Per una produzione rispettosa, Lipton preserva infatti la biodiversità, la garanzia di mezzi di sussistenza e un’agricoltura sostenibili, come testimonia la Rainforest Alliance: prestigiosa certificazione con rigorosi standard propria di tutte le piantagioni di tè dell’azienda, con Kericho (Kenya) come apripista a livello globale.

Ad esempio, nelle coltivazioni – dove oltre il 97% dell’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili – l’acqua è gestita in modo responsabile, così da ridurre gli sprechi e garantire risorse vitali alle popolazioni locali.

Inoltre, l’azienda è intervenuta anche sul benessere delle foreste – strettamente collegato alla produzione delle migliori foglie di tè – piantando oltre 1,3 milioni di alberi e ottenendo come risultato un incremento della biodiversità e delle risorse idriche. In questo contesto, un esempio di economia circolare è rappresentato dall’utilizzo di alberi di eucalipto – reimpiantati ogni volta che questi vengono raccolti – da cui Lipton ricava la resina blu utilizzata per alimentare le caldaie che asciugano il tè (evitando quindi l’utilizzo del diesel a tal fine).

 

 

La sostenibilità non riguarda solo l’ambiente ma anche le persone che operano nella filiera: agricoltori e lavoratori nei luoghi di lavoro e lungo tutta la catena di approvvigionamento, specialmente le donne, che Lipton tutela grazie, ad esempio, alla partnership con UN Women EVAW (Ending Violence Against Women) e un relativo programma di intervento per la promozione dell’empowerment femminile. Ma non è finita qui: le iniziative per il riciclo dei rifiuti prevedono, in Kenya, la trasformazione degli stessi in gioielli, con la conseguente creazione di lavoro ed opportunità per le donne.

Agli agricoltori, inoltre, viene offerta la possibilità di accrescere le proprie competenze tecniche tramite specifici progetti locali di educazione. Un esempio è la Farmer Field School che, grazie a Lipton, alla Kenya Tea Development Agency e alla IDH The Sustainable Trade Initiative, ha formato 86.000 agricoltori – di cui circa 42.000 donne – sulle migliori pratiche agricole e su come aumentare i raccolti in termini di quantità e qualità. La conoscenza è stata poi condivisa tra gli agricoltori: 580.000 di loro hanno così potuto ottenere la certificazione Rainforest Alliance.

 

Unilever

“Rendere la sostenibilità una consuetudine” è il purpose che guida Unilever per rispondere alle sfide che il mondo deve affrontare, in particolare, per migliorare il benessere e le condizioni di vita di milioni di persone, operando lungo tutta la catena del valore, e per dimezzare l’impatto ambientale dei prodotti entro il 2030. Questa visione è alla base della strategia globale e ispira i nostri brand che raggiungono 2,5 miliardi di consumatori al giorno e che possono favorire cambiamenti positivi sia a livello sociale sia ambientale. Insieme ai nostri partner, ai nostri fornitori e a tutti i nostri consumatori, stiamo raggiungendo grandi progressi nel contribuire a una società più equa e inclusiva. Entro il 2030 offriremo a tutti i nostri dipendenti la formazione necessaria per sviluppare la loro carriera, sia all’interno che all’esterno di Unilever e offriremo a 10 milioni di giovani le competenze essenziali per il lavoro del futuro, favorendo l’inclusione e la diversità. Senza una società sana, non ci può essere un’azienda sana.

Unilever è una delle principali aziende di beni di consumo a livello mondiale, con un portafoglio di circa 400 brand in oltre 190 paesi. Grazie a circa 150.000 persone che lavorano nel Gruppo abbiamo generato un fatturato pari a 52 miliardi di euro nel 2019. Ogni anno investiamo circa 1 miliardo in ricerca. I nostri prodotti – tra cui Dove, Sunsilk, Knorr, Lipton, Svelto, Coccolino, Axe, Sunsilk, Calvè, Hellmann’s, Lipton, Magnum, Cif – si impegnano nel sostenere e promuovere cambiamenti positivi a favore della società e dell’ambiente

 

Per ulteriori informazioni su Unilever e i suoi prodotti: www.unilever.it

Ufficio stampa Edelman

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